Perché un sito web dovrebbe essere accessibile?
Se un sito web viene progettato per essere accessibile “by default”, cioè fin dall’inizio, l’utente riesce ad accedere ai contenuto in modo più semplice e ad ottenere le informazioni di cui ha bisogno in tempi molto più rapidi, con un’esperienza di navigazione molto più piacevole.
Purtroppo, come sappiamo al giorno d’oggi è l’immagine a fare da padrone: l’aspetto grafico spesso sovrasta il lato tecnico, anche in termini di budget, perché si punta molto di più a comunicare qualcosa invece che a farlo realmente.
Ecco perché a volte alcuni siti sono molto belli graficamente ma pessimi in realizzazione tecnica.
Tutto questo può creare altri problemi anche a livello di indicizzazione nei motori di ricerca, come vedremo successivamente, ma soprattutto può portare ad avere un maggiore numero di abbandoni.
Eppure, è possibile creare un sito web che sia piacevole graficamente e allo stesso tempo anche funzionale. Chiaramente, il budget necessario è molto maggiore.
Creare un sito web accessibile ha un costo economico importante, perché le tecniche necessarie allo sviluppatore web per soddisfare i requisiti delle linee guida, sono complesse e richiedono molta attenzione, inoltre sono spesso necessarie analisi successive per verificare la conformità alla normativa.
A mio avviso, un sito web accessibile richiede almeno il 30-40% di budget in più rispetto a un sito web non accessibile: bisogna fare molta più attenzione ai colori e ai font usati, quindi sono necessari molti accorgimenti in fase di progettazione grafica di UX e UI (esperienza utente e interfacce utenti), inoltre è necessario conoscere molto bene l’HTML e sapere come funzionano i vari attributi, sapere quali tag usare per ogni caso, e infine analizzare e sperimentare sul risultato finale.
Ci sono degli strumenti automatici che possono aiutarci, li vedremo meglio a breve, e sicuramente l’intelligenza artificiale potrà venire in nostro soccorso in futuro, ma al momento è ancora richiesto molto lavoro manuale.
Ma allora ne vale davvero la pena? Prima di rispondere, teniamo presente anzitutto che tutte le Pubbliche Amministrazioni sono obbligate dalla legge italiana a sviluppare solo soluzioni digitali accessibili. È proprio fatto loro divieto di accettare dei progetti che non contemplino l’accessibilità come status di default di un nuovo sito web, app o applicativo.
Per quanto riguarda i privati, a partire da Giugno 2025 entrerà in vigore una legge che obbliga moltissime aziende private a osservare regole molto simili a quelle delle pubbliche amministrazioni, e indubbiamente il percorso è già segnato. Probabilmente nei prossimi anni tutto questo verrà esteso gradualmente a tutti i soggetti che utilizzano il digitale, incluse le micro imprese.
Al di là degli obblighi, un sito web accessibile porta vantaggi anche di indicizzazione e offre agli utenti un servizio molto più usufruibile e piacevole. Certo, per l’utente medio, che non sia affetto da forme di disabilità, alcune cose potranno sembrare meno intuitive rispetto a come è abituato. Ad esempio, basta con i mouseover, avanti con i click, oppure no ai caroselli animati, sì ai testi alternativi delle immagini. Abbasso le animazioni grafiche, viva la staticità.
Insomma, vogliamo un web noioso? No, non per forza, ci sono delle tecniche per rendere accessibili molti componenti grafici moderni, ma il messaggio che a mio avviso deve passare è che si deve dare un maggior valore alle funzionalità rispetto alla grafica. Avere un sito poco carino esteticamente ma che funziona benissimo è sicuramente molto meglio di avere un sito bello ma che funziona male.
Quindi, chi si occupa di sviluppo web o di grafica web non dovrebbe farsi problemia chiedere un budget maggiore per il proprio lavoro: l’accessibilità è una competenza importante e molto difficile da sviluppare nel tempo.
Invece le aziende, sia private che pubbliche, dovrebbero tenere presente che rendere un sito web accessibile significa anche renderlo più inclusivo e avere più utenti, il che può tradursi anche in maggiori profitti, oltre al guadagno di immagine che l’azienda potrebbe trarne.